Le Mangrovie
Ad un primo sguardo, soltanto un groviglio di legno e fango.
Radici sospese, intrecciate tra loro. Matasse inesplorate, piene di una vita che si ha timore di svelare.
Le mangrovie sono creature di mezzo, capaci di sostare sospese tra molteplici realtà e verità.
Le radici vagano nell’acqua. Non temono il fluire della corrente, fiduciose ricercano il luogo in cui fermarsi, indecise se sedimentarsi vicino all’albero madre o se farsi trasportare più in là.
Il tempo scorre e giunge il momento di ancorarsi, salde, al terreno nelle profondità del mare salato. I giovani arbusti si fanno più forti così da resistere, ora, alla corrente e al vento che spesso imperversa nei territori di confine in cui crescono.
Diventano grandi alberi, appoggiati alle radici puntano verso il cielo, superano il limite fangoso da cui hanno origine e cercano l’aria.
Il nuovo nasce, le foglie risplendono quando dopo un lungo e faticoso percorso incontrano per la prima volta la luce del sole.
Una foglia si fa gialla, raccoglie il sale di troppo, quel sale originario necessario, ma che in eccesso fa ammalare. Una foglia si sacrifica per permettere alla pianta intera, ad ogni sua parte di continuare a vivere.
Le mangrovie, così strane ad un primo sguardo, assomigliano a noi, e alle nostre storie di crescita ed evoluzioni; conoscerle ci mostra come sia possibile vivere sospesi tra origini e orizzonti, tra passato e futuro.
Sfaccettate per costituzione, risultato di incontri e scontri, sono testimoni, nella loro unicità, della possibilità di vivere la vita in modo creativo, adattandosi al mondo e trovando la propria forma entro un spazio da abitare, posto tra le molteplicità che appartengono al mondo che vive dentro e fuori il proprio sè.